Teach Back (insegnamento di ritorno)
Presentazione del libro in forma di azione
TEN YEARS 2004-2014 Arte, educazione, formazione, lavoro, spazio pubblico
Edizione Postmedia Books, Milano, 2016
di Dino Ferruzzi
con un intervento sonoro della Babylon Club Orchestra - Giulio Gianì / sax soprano, Georgia Panelli/ sax alto, Luca Guidarini / chitarra, Alessandro Tossani / chitarra, Sisto Palombella / fisarmonica, Giancarlo Tossani / piano, Loeiz Honoré / basso, Massimo Compiani / batteria. Conduction: Massimo Milesi e il progetto Io vedo, io guardo, a cura di Annalisa Cattani con:
StudioMDT e Artforms (Prato)
Amini Roya, Simone Azzurrini, Emanuela Baldi, Claudio Beorchia, Enrico Bertelli, Chiara Bettazzi, Nebojša Bogdanović, Andrea Buttazzo, Francesca Catastini, Federico Cavallini, Lorenzo Cianchi, Carlo Colli, Cristiano Coppi, Leone Contini, Amedeo Desideri, Daniela Di Maro, Raffaele Di Vaia, Elena El Asmar, Barbara Simone Christine Fässler, Serena Fineschi, Simonetta Fratini, Lek M. Gejloshi, Bernardo Giorgi, Yuki Ichihashi, Kinkaleri, Valentina Lapolla, Andrea Lunardi, Luca Lupi, Manuela Mancioppi, Pietro Manzo, Marco Mazzoni, Franco Menicagli, Paolo Meoni, Marina Menti, Moallaseconda, Rachel Morellet, Silvia Noferi, Manuel Perna, Cecco Ragni, Simoncini.Tangi, Stefano Tondo, Bärbel Reinhard, Eva Sauer, Caterina Sbrana, Senza Cornice (Caterina Toschi, Alessandra Acocella), stART_art projects (Spela Zidar, Tijana Stankovic), Justin Randolph Thompson in collaborazione con Dre Love, Patrizio Travagli, Massimiliano Turco, Tatiana Villani, Virginia Zanetti.
Novella Guerra (Imola)
Valeria Agostinelli, Lelio Aiello, Alessandro Ambrosini, Karin Andersen, Luciana Andreani, Emanuela Ascari, a.titolo, Elisa Baldini, Maura Banfo, Katia Baraldi, Fabrizio Basso, Lisa Mara Batacchi, Serra Bernhardt, Alessio Bertini, Francesca Bertazzoni, Bianco Valente, Pea Brain, Marina Bolmini, Alessandro Broggi, Giulia Caira, Chiara Camoni, Zefferina Castoldi, Umberto Cavenago, Federica Cimatti, Valentina D’Accardi, Silvia Cini, Gianluca Codeghini, Mario Consiglio, Cane Cotto, Ermanno Cristini, Giuseppe Dall’Osso, Valentina D’Accardi, Piero Degiovanni, Paola Di Bello, Elisa Del Prete (Nosadelladue), Ettore Favini, Emilio Fantin, Arianna Fantin, Irene Fenara, Franca Ferri, Pierluca Freschi, Giovanni Gaggia (Casa Sponge), Paola Gaggiotti, Stefania Galegati Shines, Pietro Gaglianò, Angel Moya Garcia, Marina Gasparini, Mario Gorni, Meri Gori, Valentina Greco, Elena Grossi, Francesca Guerisoli, Cecilia Guida, Marianne Heier, Andrea Inglese, Matteo Innocenti, Lucia Leuci, Liuba, Claudia Losi, Daniela Manzolli, Massimo Marchetti, Michele Mariano, Ferdinando Mazzitelli,
Ottonella Mocellin – Nicola Pellegrini, Alessandro Moreschini, Carmine Mario Muliere (EQUIPèCO), Museo Microcollection, Giancarlo Norese, Concetta Modica, Francesca Moretti, Chiara Mu, Sabrina Muzi, Arabella Natalini, Cristina Pancini, Stefano W. Pasquini, Alberta Pellacani, Chiara Pergola, Cesare Pietroiusti, Alessandra Pioselli, Max Ponte, Anteo Radovan, Marco Rambaldi, Gedske Ramlov, Letizia Renzini, Davide Rivalta, Fabrizio Rivola, Mili Romano, Dragoni Russo, Paola Sabatti Bassini – Piero Almeoni (OsservatorioinOpera), Penzo-Fiore, Petri Paselli, Marco Samorè, Gabi Scardi, Giovanni Luca Sciové, Petar Stanovic, Annamaria Tina, Monalisa Tina, Adriana Torregrossa, Silvia Urbini, Paola Vacchi, Marco Vaglieri, Cosimo Veneziano, Enrico Vezzi, Elisa Vladilo, Uliana Zanetti.
A distanza di circa due anni dalla chiusura forzata del CRAC dal Liceo Artistico Bruno Munari di Cremona, il Centro pubblica nelle Edizioni Postmedia Books il libro TEN YEARS 2004 – 2014 Arte, educazione, formazione, lavoro, spazio pubblico di Dino Ferruzzi, un libro che documenta dieci anni di ricerca/azione nel campo dell’arte contemporanea e della didattica.
Il ricco apparato fotografico e i testi che compongono il libro, sono stati concepiti come un insieme di pensieri raccolti nel tempo, una narrazione a più mani, un accumulo di letture, suggestioni, incontri, che tentano di rivelare e individuare, in maniera trasversale, i contorni di una dimensione biopolitica dell’arte, dell’educazione, della formazione, del lavoro e dello spazio pubblico.
Oltre ai testi di Dino Ferruzzi e Gianna Paola Machiavelli, fondatori del CRAC, il libro è arricchito dalle testimonianze di Marcella Anglani, Katia Baraldi, Fabrizio Basso, Silvia Cini, Maurizio Coccia, Emilio Fantin, Mario Gorni, Pablo Helguera, Giancarlo Norese, OsservatorioinOpera (Piero Almeoni e Paola Sabatti Bassini), Luisa Perlo a.titolo, Paolo Perticari, Mara Predicatori, Mili Romano, e da un’intervista di Micol Costantini, studentessa al DAMS di Bologna, amici e artisti, curatori e studiosi con cui sono stati condivisi più da vicino, momenti di studio, di socialità e di operatività.
La stampa del libro è stata possibile grazie all’attivazione di una raccolta fondi dal basso, e da una serie di eventi che hanno favorito il coinvolgimento diretto di tante persone, con cui abbiamo condiviso collaborazioni virtuose e comuni interessi.
Tutto è iniziato nel 2014 con il progetto Io vedo, io guardo a cura di Annalisa Cattani, presentato per la prima volta a Novella Guerra ad Imola, in occasione appunto del Re-birth day, parte del “Il Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto e in seguito ospitato dagli studi di Artforms e StudioMDT con sede a Prato, mediante la collaborazione della coppia Simoncini-Tangi, con l’intento di rafforzare i concetti di solidarietà, relazione e dialogo.
Io vedo, io guardo è un evento espositivo concepito come stand up e momento d’incontro sui temi di resistenza, rinascita e impegno civile creativo a favore del CRAC di Cremona fondato da Dino Ferruzzi e Gianna Paola Machiavelli, che nel 2014 è stato costretto a interrompere l’attività decennale di esposizione, workshop e percorsi di formazione dei giovani alla attraverso l’arte.
La ragione principale di questo terzo incontro ospitato da Careof, è la presentazione della pubblicazione dei dieci anni del CRAC, fortemente voluta e promossa dallo stesso stand up che da motore trainante diventa evento trainato.
Il processo di reciproca tutela crea uno spazio di continuità tramite rapporti di stima e percorsi di sperimentazione.
Io vedo, io guardo sottolinea il margine di azione limitato che ha spesso oggi ogni forma di resistenza (…) la volontà di evidenziare che pur avendo sempre le mani legate continuiamo a guardare e a vedere senza lasciarci sopraffare dall’indifferenza che tutto macina, continuando a mettere in atto un impegno civile creativo.