Davide Cascio – Mago della citazione
L’opera di Davide Cascio, densa di citazioni, si adegua allo spazio espositivo e pone un enigma ermeneutico destabilizzante. Stratificate secondo il principio del collage, le opere si scompongono, invece, al momento della fruizione. Per l’interpretazione necessario scoprirne ipotetici riferimenti.
L’opera di Davide Cascio permette tanti approcci di ricezione, quanto è stratificata da varietà materiche e riferimenti culturali. Questo lavoro complesso si presta ad un gioco percettivo, una sorta di scommessa. Esclusivamente attraverso l’osservazione accurata, quanto si riesce a cogliere delle intenzioni dell’artista, dei riferimenti e delle fonti storiche che ne stanno a monte? Vediamo ad esempio
Il principio metodologico citazionistico di Cascio, senza dubbio figlio del postmodernismo, si svolge in tre fasi: 1. ricerca visiva e documentaria delle fonti, 2. progettazione teorica e 3. costruzione e assemblaggio dell’opera. La genesi stessa delle installazioni e dei lavori su carta è costruttivistica, nel senso che si costruisce strato per strato. Nelle parole di Georges Didi Hubermann si tratta di “un’opera che non finisce mai di operare”. Cascio procede per collage – tecnica a sua volta presa in prestito dai dadaisti e da James Joyce. Sul versante concettuale, l’artista ticinese stratifica fonti visive, letterarie e teoriche. Sul versante plastico, invece, incrocia pezzi di carta nei collage